“La questione del rumore” attraverso le parole dell'assessore Valentina Bonomi

“La questione del rumore” attraverso le parole dell'assessore Valentina Bonomi

Dopo un’esperienza ultra decennale con varie associazioni del marscianese, Valentina Bonomi si avvicina alla politica: viene eletta in Consiglio comunale (2009) e successivamente nominata assessore con deleghe alla cultura, ai gemellaggi, all’associazionismo e, dal 2016, alle politiche sociali.  Quando ancora non è interna all'Amministrazione, ha l'occasione di visitare Loropeni come volontaria, con il Comitato di Gemellaggio, in Burkina Faso, potendo constatare con i propri occhi quanto siano difficili le condizioni di vita dei paesi dell’Africa Sub-Sahariana.

Quali sono state le criticità più rilevanti incontrate in Burkina Faso? 
"Tra le criticità più rilevanti, vi è sicuramente la rete viaria da Ouagadougou: si interrompe e rimangono solo le piste a terra battuta. Ciò chiaramente non aiuta l’implementazione pratica dei progetti. Tuttavia, forse, l’ostacolo più importante sta nell’idea, nella concezione stessa delle iniziative, in altre parole nell’impostazione: spesso sono distanti dalla realtà in cui verranno ad essere realizzati, pensati a tavolino in un ufficio di un altro stato. Non c’è logica più miope: i progetti richiedono di essere calati nella realtà in cui verranno realizzati e di essere plasmati rispettandone la cultura e i valori che la ispirano. Un intervento può essere particolarmente promettente e rivelarsi un disastro trasferendolo nel contesto, che ne condiziona indiscutibilmente il successo o meno. Un’iniziativa pianificata senza tenere in considerazione le caratteristiche culturali, sociali, economiche e politiche della comunità, può andare incontro alle resistenze locali, che ne frenano le ricadute sul territorio. Deve essere costruita insieme invece, coinvolgendo la comunità". 


E Marsciano che tipo di comunità è? Qual è il suo rapporto con l’inclusione? 
"Attualmente abbiamo in accoglienza un gruppo di 21 persone adulte, provenienti dal Nord Africa, gestite da Arci e delle quali si occupano le associazioni locali impegnate in attività di inclusione sociale. Ogni volta che arriva qualcuno di nuovo viene svolto un incontro per presentarlo alla popolazione, facendone conoscere le condizioni del contesto dal quale proviene; lo scopo è abbattere i pregiudizi e contemporaneamente favorire la solidarietà e comprensione. Per quanto riguarda l’attivismo, Marsciano è caratterizzata da un associazionismo vario e diffuso, con una risposta sociale estremamente positiva. Ciò è confermato anche dai dati: abbiamo una percentuale di popolazione "straniera" più alta rispetto alla media nazionale: 13,12% su 18.700 residenti, mentre nel resto del paese la media è del 10%".


Ed il Comune come entra nel tema dell’accoglienza? 
"Attraverso l’adesione allo SPRAR, che è espressione della sensibilità del territorio all’accoglienza e dell’impegno del Comune. Inoltre, promuove l’adesione alle attività del Tavolo della Pace e alle attività delle associazioni". 

Come crede sia il ruolo dell’amministrazione pubblica? 
"L’attenzione dell’amministrazione pubblica è necessaria: non si limita a svolgere un ruolo di mera gestione, bensì politico. Su particolari tematiche, deve adoperarsi e sensibilizzare. Devo dire, però, che in Italia sono molte le città, realtà anche estremamente piccole, che svolgono un lavoro prezioso all’interno della loro comunità, ma che molto spesso passa inosservato. Fa più rumore il contrario. Invece, in questi anni drammatici dal punto di vista economico, le amministrazioni possono essere determinanti, al fine di supportare le associazioni, per sostenere determinati progetti e per farli transitare, svolgendo vere e proprie attività di informazione e sensibilizzazione. La vera criticità? È che questo non passa! E molto spesso, sono proprio le istituzioni a non voler farlo passare. Noi invece sì. Lo diciamo a testa alta. Rivendichiamo queste azioni che portiamo avanti. Marsciano è una comunità aperta, che accoglie, attenta ai temi dell’integrazione. Ci crediamo e lo facciamo con orgoglio: questo è anche il motivo per cui partecipiamo a UmbriaMiCo". 


Quale tipo di cooperazione promuove il Comune di Marsciano? 
"Le cooperazione deve essere assolutamente decentrata. Non possiamo decidere noi di cosa ha bisogno un altro: è una questione di priorità e cultura. È un rapporto interpersonale. Nei rapporti Nord-Sud, mai come adesso le differenze si sono mescolate. Si sta verificando un’erosione continua delle distanze, un abbattimento per un mondo in comune. Ma è difficile misurarsi con la diversità, si è sempre più alla ricerca di un’identità che è anche fittizia. L’Italia è un bacino di varie culture e questa ricerca a tutti i costi di tratti identitari crea un dialogo tra sordi: se non si vuole capire l’altro non lo si capisce. La connotazione dell’“altro”, del “diverso” viene vissuta con il timore di perdere la propria sfera economica e sociale, cercando di addossargli la responsabilità. Torna, così, anche il discorso dell’informazione. La radicalizzazione della ricerca dell’identità che ostacola; non è negativo cercare la propria identità, ma contrapporla a quella di un altro. E' necessaria una coscienza sociale di un certo tipo, che può essere coltivata solo con un lavoro capillare di sensibilizzazione e di informazione critica, a partire dai ragazzi, dai bambini fin da piccoli. È qui che si deve cominciare a lavorare per vedere l’altra persona, non altre connotazioni".